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GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA SUL NOSTRO BENESSERE

Negli ultimi due anni sono aumentate le persone che soffrono di disturbi d’ansia e dell’umore. Perché? E come possiamo fare per gestire questi malesseri?

La pandemia ha amplificato e slatentizzato molte difficoltà che già avevamo anche prima del Covid. Se prima cercavamo di evitare le nostre fragilità perché vissute come intollerabili e difficili da affrontare, la situazione di emergenza sanitaria le ha evidenziate rendendone inevitabile la gestione.

All’inizio della pandemia lo stress era legato quasi esclusivamente alla paura del contagio e del rischio di sviluppare una malattia rischiosa e poco controllabile; in seguito, è aumentata l’ansia per le conseguenze economiche e la perdita del lavoro. Oltre alle misure introdotte per contrastare la pandemia (isolamento, lockdown, distanziamento sociale) e la conseguente riduzione della socializzazione, ulteriore causa di stress è stata anche l’infodemia: eccesso di informazioni date dai media, con massiccia diffusione di notizie, anche contraddittorie, di contenuto cupo ed angosciante.

Tutto ciò ha generato un forte senso di disorientamento rispetto all’identità personale, che porta le persone a non riconoscersi in questa nuova condizione: “perché sono così? Prima non ero così … non mi è mai capitato, non mi riconosco più…” Alla confusione si unisce la consapevolezza, toccata con mano, dell’impossibilità di controllare e progettare tutto; questa spiacevole sensazione ci mette in gioco dal punto di vista esistenziale: “Che senso ha? perché? Cosa è davvero importante per me? Cosa voglio dalla mia vita? …”

Negli ultimi mesi, inoltre, si sono attraversati momenti di sfiducia e senso di impotenza, dovuti all’arrivo di nuove ondate che hanno deluso le aspettative irrealistiche verso un vaccino sperato onnipotente.

La possibilità di disporre di test rapidi da fare (e rifare) anche autonomamente in casa, le nuove quarantene nelle scuole e al lavoro, il continuo modificarsi di regole e protocolli ufficiali, non hanno fatto altro che alimentare l’ansia ed esasperare forti reazioni emotive: bisogno viscerale di riprendere modi e ritmi della normalità; insofferenza e atteggiamento di critica ed attacco verso le prescrizioni normative; minimizzazione del problema; adattamento passivo e rassegnazione.

Questa condizione psicologica è stata chiamata dall’OMS Pandemic fatigue (Stress da pandemia): situazione di stress, sia individuale che sociale, bloccato e prolungato, che colpisce il presente ma influenza anche la nostra visione del futuro. A livello fisico, si rilevano vari sintomi, fra cui:

  • Agitazione, ansia, irrequietezza e sbalzi di umore
  • Demotivazione, apatia e tristezza
  • tachicardia, capogiri, crisi ipertensive
  • insonnia

Talvolta, questo stato di prolungato stress può anche sfociare in una depressione reattiva.

 

Come fronteggiare la Pandemic fatigue?

‍‍Lo stress sembra quindi essere la nuova normalità con cui fare i conti.

Di fatto, da sempre di fronte ad un pericolo o ad una crisi, l’uomo risponde attivando una serie di risposte fisiologiche, necessarie a mobilitare le risorse interne per contrastare ed affrontare gli impedimenti. Tuttavia, se tale reazione si mantiene in modo prolungato, può mettere a repentaglio il nostro benessere, portandoci ad uno stato di stress cronico. Per evitarlo, è importante adottare alcuni accorgimenti per tutelare la nostra energia mentale e fisica, risparmiandola laddove possibile ed anzi cercando il modo di tenerla sempre ricaricata, rigenerata.

Ecco alcune strategie per fortificare la capacità di fronteggiare lo Stress (resilienza):

  • riconoscere le emozioni che proviamo, per aumentare la consapevolezza del momento presente, anche attraverso tecniche di meditazione e di rilassamento
  • migliorare lo stile di vita, con una routine quotidiana che preveda anche tempi per l’esercizio fisico e buoni ritmi di sonno,
  • aumentare le relazioni e la socializzazione, per ridurre i pensieri appesantiti dalla solitudine
  • aumentare gli spazi per attività piacevoli, creative, appaganti (arte, musica, letture…)
  • Informarsi attraverso fonti scientifiche e attendibili, senza sovraesporsi ai media.

 

Anche se apparentemente semplici, non è sempre scontato riuscire ad attuare i suddetti suggerimenti.

A volte si rende opportuno ricorrere all’aiuto di un professionista della salute mentale: quando il livello di stress raggiunto ci blocca, e sentiamo il bisogno di essere guidati e sostenuti per iniziare un percorso di cambiamento. Il supporto di uno psicologo insegna e aiuta a realizzare varie strategie di benessere, e potenzia la capacità di riconoscere le risorse interne individuali. Saper gestire il rimuginio di pensieri negativi, imparare a contenere ansia ed apprensione, vedere nella giusta dimensione problemi e preoccupazioni, porta a sentirsi meglio anche a livello fisico, perché mente e corpo sono strettamente collegati.

 

Cosa possiamo “ereditare” dalla Pandemia?

La pandemia ci ha messo in una situazione di crisi evolutiva, che seppur dolorosa può essere l’occasione per ritrovare il vero senso di noi stessi, la possibilità per generare nuove progettualità, per ridefinire nuovi equilibri. Ci mette nella condizione di dover ritrovare fiducia in noi, anche facendo lo sforzo di ricordare le capacità che in passato abbiamo usato per affrontare periodi critici. Ci aiuta a prendere la misura con noi stessi, ad essere consapevoli dei nostri limiti ma anche dei nostri punti di forza.

Di certo la crisi impone, per essere superata, che si impari come potenziare alcuni strumenti: principalmente la capacità di essere flessibili, di non preoccuparsi, ma di saper affrontare giorno per giorno ciò che accade, cambiando talvolta i programmi ma tenendo in mente l’obiettivo valoriale che ciascuno ha per sé.

psicologa Stefania Gambera